Edoardo Maria Francesco di Paola Pantano nacque nella cittadina di Assoro, terra di zolfare, il 14 febbraio 1842.
La fortunata coincidenza di vivere in un’epoca pervasa da ideali altissimi, gli permise di diventare un eminente intellettuale, oltre che essere un eccellente uomo politico.
La famiglia desiderava avviarlo al sacerdozio, venuto però a contatto con l’ambiente democratico della scuola palermitana, gli si formò una coscienza politica che lo portò a divenire uno tra i più attivi animatori patriottici di tutto il movimento studentesco.
Dal carattere sanguigno il giovane Edoardo Pantano non tollerava le ingiustizie, tanto che la sua intensa azione antimonarchica indusse le autorità governative a tenerlo costantemente sotto stretta sorveglianza.
Nel medesimo giorno in cui conseguì la laurea in medicina, partì volontario al seguito di Garibaldi nella terza guerra di indipendenza.
Edoardo Pantano, comunque, non esercitò mai la professione di medico se non in casi di emergenza, come quo nel 1866, fece ritorno nella sua nativa Assoro, per curare i tanti malati di colera, abbonati per paura del contagio.
Preferì lavorare invece come pubblicista e occuparsi di politica, dedicosi a problemi economici e sociali.
Distintosi come valoroso difensore della democrazia, si prodigò contro tutte le ipocrisie e sempre a favore dei più deboli.
Fu eletto deputato per la prima volta nel 1886, anche se non fu facile per lui accettare di passare dalla condizione di sovversivo a quella di parlamentare, turbato di dovere “…entrare in quel recinto della politica”, che aveva sempre tanto criticato.
Durante la lunga carriera di governante ha avuto l’onore e l’onere di ricoprire sia l’incarico di Ministro dell’Agricoltura Industria e Commercio, che quello dei Lavori Pubblici.
Edoardo Pantano non si risparmiò neanche in tarda età, basti pensare che nonostante i suoi 73 anni, allo scoppio del primo conflitto mondiale, partì volontario per il fronte, con lo stesso entusiasmo della prima giovinezza, convinto che fosse giunto il momento di completare l’Unità Nazionale.
In virtù dei suoi meriti fu inoltre nominato Senatore del Regno d’Italia, prestigiosa carica che ricoprì fino alla morte.