Già dalla seconda metà dell’800 in territorio di Leonforte e Assoro si avvertiva l’esigenza di una strada ferrata, al fine di facilitare lo spostamento dei lavoratori pendolari che dovevano raggiungere le miniere di zolfo disseminate nel territorio dei vari comuni di quella che in seguito diverrà la provincia di Enna.
La realizzazione dell’opera, tenacemente sostenuta dal Ministro Edoardo Pantano, cittadino assorino, avrebbe favorito la coincidenza con i treni, per i bacini minerari di Valguarnera, Grottacalda e Floristella, con la ferrovia Palermo Catania e con la Tramvia Raddusa-Miniere di Sant’Agostino.
Dopo una lunga progettazione e definiti una buona volta i termini del finanziamento, i lavori della ferrovia Dittaino-Leonforte partirono nel 1906, non appena fu costituita Ferrovie dello Stato, società pubblica Italiana nel settore del trasporto.
La prima tratta ferroviaria di 10 chilometri che partiva dalla stazione di Dittaino a 255 metri s.l.m., doveva raggiungere Assoro ad una altitudine di 691 metri s.l.m.
Vista l’elevata pendenza del tracciato si rese necessario ricorrere ad una struttura che garantisse, con la massima sicurezza, l’aderenza delle locomotive nella frenatura. Pertanto fu scelto il sistema a cremagliera con trazione a bassa velocità.
La costruzione procedette molto a rilento, sia per le difficoltà che presentava il percorso, curve e controcurve, ponti, gallerie sulle propaggini collinari con un’ascesa del 75 per mille e sia per lo scoppio del primo conflitto mondiale che distolse fondi e manodopera.
L’inaugurazione della prima tratta Dittaino-Cavalcatore avvenne nel marzo del 1918. A distanza di 3 anni la ferrovia raggiunse Assoro e, infine, nel 1923 Leonforte per un totale di poco meno di 15 chilometri.
Si trattava di un servizio talmente lento che in alcuni tratti i passeggeri potevano addirittura scendere dai vagoni, fare qualche passo nella campagna circostante, per poi riprendere la vettura qualche curva più in la.
Nonostante ciò la ferrovia rappresentava l’unico segno di dinamica sociale in larghe zone depresse di quel territorio.
Lo schema iniziale prevedeva l’allungamento del percorso fino a Nicosia, ma nonostante il tracciato e tutti i manufatti per raggiungere quella città fossero stati realizzati, il progetto non venne mai attivato.
Nel 1959 venne disposta la chiusura della linea all’esercizio e al suo posto venne messo in funzione un autoservizio sostitutivo. Il tutto venne poi definitivamente soppresso nel 1961 con gre malcontento della popolazione, che ancora una volta si sentì privata della speranza di un possibile sviluppo sociale ed economico.